giovedì, ottobre 09, 2008

IL FUTURO DELLA MUSICA


Domenica, in tarda mattinata, come mi capita spesso vado al piccolo centro commerciale dietro casa a comprare qualcosa per il pranzo. Mi alzo tardi quindi la voglia di cucina è poca e mi faccio ispirare dagli scaffali.
Prima di entrare al supermercato passo da Giotto dove ci sono i CD in offerta. Domenica ho comprato i Perturbazione a 2 euro e Pacifico a 3 euro! 5 euro per due album di tutto rispetto che anni fa mi sarebbero costati 35 euro circa.
Com'è possibile? Ma allora la musica alla fonte davvero così poco? E' tutta speculazione?
La risposta è ovviamente SI, e mi spiego anche il perchè con un piccolo esempio.
Sui vari portali dove poter acquistare mp3 i prezzi sono pressochè identici: 1 euro a canzone, 10 euro 1 album intero.
Tenendo presente che il supporto ce lo metto io, la corrente e il pc ce li metto anche io, che la apple carica su un suo server solo 1 brano che viene scaricato decine di migliaia di volte (sempre a 1 euro) chi sta speculando sulla musica, chi la uccide veramente?
Quando dicono che vasco vende 1 milione di dischi si parla di 1 milione di "oggetti" fisicamente venduti (a caro prezzo). Ma il download digitale ha un rapporto 1 a X (ics) persone che se lo scaricano, e che quindi diventano automaticamente produttori. Perchè la sony o la siae non mi mandano a casa i bollini da appiccicare sul case del mio pc? Si chiama riproduzione meccanica anche la mia, sono una casa discografica-fonografica.
Premesso questo che futuro vorrei per la musica?
Ehhhhh, utopistico come sempre.
Verrà un giorno, non molto lontano, in cui saremo tutti connessi in rete a velocità adeguate per poter "seguire" in streaming un concerto a migliaia di chilometri da noi. Pagando un biglietto simbolico (un vaucher) avremo il canale-ip per ascoltarlo e REGISTRARCELO!
Quella sarà una delle nuove forme di diffusione della musica: live on demand. Tanto la musica da studio verrà regalata con il detersivo, è solo questione di cinque anni: il supporto "originale" ha esaurito le sue peculiarità, soprattutto le case discografiche intese come distributori è inutile che vendono plastica a 20 euro al pezzo! Non regge il passo con la società che va alla velocità della rete. In Italia i primi a sperimentarlo potrebbero essere Elio e Le Storie Tese, già campioni di innovazioni con il cd brulè.
Elio è il momento del Net-brulè.

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